venerdì 13 aprile 2012

Droga: scoperto meccanismo anti-recidive

La scienza fa progressi anche nel campo della cura alle dipendenze. Una recente scoperta aiuta a non ricadere nella droga. Lo studio è dell'università di Cambridge. Vediamo perché.

Sono stati i ricercatori dell'Università di Cambridge (Gran Bretagna) a scoprire un meccanismo che consente di non ricadere nella trappola mortale della tossicodipendenza.

 Si tratta dell’atomoxetina (ATO) fino ad ora testata su topi sottoposti a screening per alto o basso comportamento impulsivo. Questa sostanza è stata in grado di frenare o limitare le persone nel cadere vittime dell'impulso dell'assunzione delle droghe o di alcool durante la fase di astinenza.

E' bene precisare che quest'impulso è molto forte nella fase di astinenza, ma dopo la prima fase è solo la buona volontà a determinare un corretto comportamento dell'ex tossicodipendente. La maggior parte dei casi infatti necessita di assumere sostanze perché ha un bisogno psicologico di arricchirsi di qualcosa, di dipendere da qualcosa fosse anche una sostanza inanimata.

E' per questo che la rieducazione del tossicodipendente deve sempre essere associata ad un recupero di tipo sociale e ad una psicoterapia. Questa scoperta è stata anche esposta nel recentissimo congresso organizzato dal Dipartimento delle Dipendenze di Verona insieme al Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Daina Economidou e del Dipartimento di Psicologia Sperimentale della stessa università inglese.

Maria Melania Barone

giovedì 29 marzo 2012

Gommage viso: come utilizzarlo al meglio

Le donne che hanno molta cura di sè usano spesso una maschera o un gommate per il viso. Tuttavia bisogna comprendere come fare per usare al meglio il gommage e soprattutto per quali tipi di persone è importante usarlo.

Il gommage per il viso è una maschera che si stende uniformemente e che viene in parte assorbita attraverso un costante massaggio. Spesso i gommage per il viso sono realizzati attraverso una formula delicata che consente una dolce esfoliazione.

Il gommage non è altro che uno scrub. Una crema esfoliante che si occupa di rimuovere le cellule morte e le pellicine. Per poter levigare la pelle, lo scrub ha bisogno di rimuovere prima le impurità in modo che la pelle non sia troppo stratificata o interrotta nella sua struttura.

Esistono gommate per il viso, per il corpo, per i piedi, per i glutei, ma anche per le labbra. Tuttavia le donne non possono fare a meno di usare il gommage per il viso. I più richiesti sono quelli alle erbe, al miele, alla pesca. Spesso i gommage contengono all'interno dei microgranuli che servono appunto a potenziare l'azione esfoliante. Tuttavia non serve acquistare un gommate per un prezzo da capogiro, i gommage possono anche essere fai-da-te.

Esistono gommage allo zucchero, caffè e yogurt per un'azione ammorbidente, esfoliante e nutriente. Basta mescolare 2 cucchiaini di zucchero con 3 cucchiaini di caffè assieme allo yogurt. Sfregarlo sul viso per oltre 4 minuti. Sciacquare con abbondante acqua calda.

Per un'azione purificante invece è molto indicato il bicarbonato. Prima di lavare il viso con lo scrub vero e proprio è possibile usare il bicarbonato per sfregarlo sul viso. Sciacquando con sapone ed acqua calda si avvertirà un profondo sollievo perché le cellule morte saranno completamente rimosse e la pelle potrà respirare con facilità.

A questo punto usa dell'olio di oliva, di argan o del caffè, mescolalo al bicarbonato e sfrega il tuo viso. Rimuovi lo scrub con abbondante acqua calda e sapone.

La tua pelle non potrà che trarne beneficio soprattutto se sarai abitudinaria in queste pulizie. Dopo aver rimosso le impurità, se la tua pelle è  grassa usa una crema astringente. Una volta a settimana fai anche uno scrub con dell'olio di oliva caldo, meglio se fai un impacco. Ti aiuterà a togliere il rossore tipico delle pelli grasse ed acneiche.

Maria Melania Barone

venerdì 23 marzo 2012

Lavoro: tre modi di esaurirsi

Secondo un recentissimo studio la modalità con cui si lavora influisce in gran parte nel proprio modo di stressarsi. Vediamo insieme le tre tipologie di stressati da lavoro.

Lavoro: croce e delizia del nostro paese. In Italia il 30 % dei giovani si stressa perché non lo trova ed il 55% dei lavoratori si stressa perché lavora. Ma come mai questa profonda contraddizione sociale? In realtà lo stress da lavoro è un disturbo molto diffuso che però può cogliere tre tipologie di vittime.

Un'indagine dello spagnolo Aragon Institute of Health Sciences dimostra che esistono tre diversi tipi di stressati. Lo studio è stato condotto attraverso la raccolta dei dati su ben 400 impiegati dell'Università di di Saragozza e pubblicati sulla rivista BMC Psychiatry. Sulla base di queste analisi è stato stabilito che gli stressati sono di tre tipi:

a) i frenetici: sono quelli instancabili che lavorano 40 ore invece di 35 a settimana, che spesso fanno anche un secondo lavoro e che sono seriamente a rischio di andare incontro all'esaurimento nervoso. Il rischio è stato stimato di circa 6 volte in più rispetto agli altri lavoratori.

b) i consumati sono invece quelle persone che per più di 16 anni hanno fatto lo stesso lavoro.  Un'abitudine che stanca secondo i medici, ma che fa invidia ai disoccupati. Per i medici anche solo cambiare l'ambiente lavorativo aiuta a sopportare lo stress. Questa tipologia di lavoratori crede inoltre che il loro lavoro non sia importante che non serva a granché e soffrondo dunque anche di scarsa autostima.

c) Gli esauriti invece sono coloro che sono profondamente annoiati dal loro lavoro a causa delle basse mansioni che gli sono affidate. Questi soggetti sono chiamati "sottoutilizzati". Questi sono soggetti che andrebbero stimolati con premi di carriera.

Inoltre le persone che hanno studiato troppo spesso vanno in esaurimento perché vorrebbero che gli sia riconosciuto il loro valore, chi ha studiato poco invece si sente spesso inadeguato per ogni mansione che gli viene affidata.

Certo è che per aumentare la produttività dei nostri lavoratori, bisognerebbe pensare ad un modo che elimini lo stress da lavoro ad esempio facendo un'accurata selezione per ogni mansione premiando la meritocrazia a scapito del nepotismo.

Maria Melania Barone

lunedì 12 marzo 2012

Filamenti d'oro per riparare il cuore

Un gruppo di ricerca ha ideato dei cerotti con filamenti d'oro per riparare le cellule del cuore. Il vantaggio è che questi cerotti non creano allergie.

Una ricerca sicuramente innovativa che consentirà a tutti i malati di cuore e le persone colpite da infarto di godere di una qualità di vita migliore. La rivista Nature Nanotecnology ha infatti riportato la ricerca scientifica condotta da un gruppo di ricercatori del MIT (Massachussets Institute of Tecnology) e del Children's Hospital di Boston.

Il nuovo cerotto ideato infatti è una sorta di mix tra un cerotto ed un cip. In pratica si tratta di un patch cardiaco supertecnologico costrito in filamenti d'oro. Proprio la materia con cui sono realizzati questi cerotti consente di ottenere una maggiore sicurezza ed efficacia, proprio perché l'oro consente di colmare il vuoto degli altri dispositivi che presentavano un problema: "la scarsa conduttibilità".

Garantendo invece una migliore trasmissione dell'impulso elettrico al cuore i nuovi tecnologici cerotti risulterebbero più efficaci di tutti gli altri patch cardiaci attualmente in commercio. Inoltre l'oro garantisce una sicura adattabilità in quanto non causa crisi allergiche o intolleranze e complicazioni come i prodotti attualmente usati da persone cardiopatiche.

Sono dunque partite le sperimentazioni su cavie animali e successivamente si sperimenterà sull'uomo in modo da riuscire a concludere la ricerca nel più breve tempo possibile, brevettare il prodotto ed procedere all'approvazione per l'entrata in commercio.

Maria Melania Barone

mercoledì 22 febbraio 2012

Terapia del respiro

Respirare bene è importante tanto per i bambini quanto per gli anziani. Sono stati avviati degli studi clinici all'università di bari per l'uso di aerosol ecco di cosa si tratta.

Il tuo bambino soffre di allergie?
niente paura. I medici stanno pensando ad una terapia veramente benefica per tutti coloro che soffrono di allergie. Come noi sappiamo l'acqua di mare e l'aria degli ambienti salmastri aiutano i soggetti allergici a ridurre le crisi di allergia. Ma non tutti possiamo vivere vicino alla costa, anzi, è spesso proprio l'inquinamento delle città che ci provoca crisi allergiche.

Ed è proprio su questi principi che  il reparto di Otorinolaringoiatria del Policlinico Universitario di Bari sta mettendo in atto una sperimentazione sull’utilizzo dell’Aerosol. Si tratta in realtà di una stanza interamente costruita in salgemma con un'umidità che oscilla tra il 40 ed il 60 % ed una temperatura compresa tra i 18 ed i 24 gradi centigradi.

Attraverso un sistema di Areosol a secco è possibile respirare piccolissime particelle di sale e di iodio di dimensioni ideali per raggiungere tutte le sezioni delle vie respiratorie. In una seduta di 30 minuti si condensano tutti benefici di 3 giorni piedi di mare.


Il nome di questa terapia? Si chiama AREOSAL, proprio perché si tratta di aerosol concentrato in una sala. Lo studio è coordinato dal Professor Matteo Gelardi e concerne l'ipertrofia adenotonsillare subostruente e la patologie correlate in età.

In questo modo non solo si riuscirà a dimostrare la validità del brevetto ma anche i benefici derivanti a questo elemento naturale purificato ed il suo uso nelle terapia contro l'allergia. La letteratura medica sarà dunque arricchita di una nuova importante ricerca che renderà un focus molto accurato sugli utilizzi delle microparticelle naturali contenute nel sale.

L'areosol inoltre è utilizzato anche per le terapie contro la psoriasi e proprio in questo campo è stato condotto un trial clinico presso il San Raffaele di Milano.

Consigli per smettere di mangiarsi le unghie

Mangiarsi le unghie esattamente come mangiarsi le labbra è un "vizio" difficile da togliere. Ma durante gli anni sono stati studiati molti modi per smettere di mangiarsi le unghie.

Questo terribile vizio fa due vittime: le unghie costantemente divorate dalla nostra bocca e dal nostro stress e noi stessi, schiavi dell'onicofagia.

A torto l'onicofagia viene considerato un vizio che comporta sgradevoli effetti estetici, ma in realtà è un disturbo che dall'interno si estende all'esterno del nostro corpo. Da una costante pressione di stress infatti il nostro cervello reagisce divorando ciò che è esterno e che ci crea un peso. Il divorare le unghie crea non solo un problema estetico ma può anche essere all'origine di ferite alle dita e alla conseguente possibile infezione.

A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che la matrice dell'unghia, responsabile della sua forma, può alterarsi e così con all'onicofagia possiamo ricondurre anche un danno permanente: quello dall'alterazione della forma e della matrice dell'unghia.

Ma non dobbiamo dimenticare le infezioni della bocca derivanti direttamente dalla trasmissione dei batteri dalle mani al cavo orale.

Ma come guarire dall'onicofagia?
Il primo passo da fare è capire cosa ci induce a mangiare continuamente le unghie: stress, disagi, situazioni emotive forti, frustrazione, depressione.
Dopo aver compreso la causa si potrà attutire questo problema con accorgimenti pratici.

Innanzitutto dobbiamo circondarci di persone che possano fermarci quando stiamo per portare le mani alla bocca.

In secondo luogo dobbiamo usare smalti e sostanze amare quando si tratta di periodi caldi di modo da provare una spiacevole sensazione quando portiamo le mani alla bocca. D'inverno invece possiamo provare ad usare guanti di cotone anche in casa. Per mangiare le unghie a quel punto dovremmo toglierceli e questo gesto rende automaticamente manifesto ciò che stiamo per fare.

Inoltre dobbiamo leccarci le ferite dopo anni di onicofagia. Iniziamo con l'integrare nella nostra dieta le vitamine E, D, A che nutrono le nostre unghie. Ma anche aminoacidi naturali.

Inoltre per una corretta manicure dobbiamo affidarci all'estetista che rimuovendo pellicine, può aiutare la giusta ricostruzione dell'unghia stessa.

martedì 14 febbraio 2012

Tubercolosi: virus resistente a farmaci

E' stato trovato un virus della tubercolosi che resiste ad ogni tipo di farmaco. L'allarme è scattato in india ma si pensa che possa diffondersi velocemente a causa dell'elevata contagiosità

Ricordi anche tu l'allarme TUBERCOLOSI scattato al Gemelli di Roma?
A quanto pare non si tratta dell'unico virus sfuggito alla supervisione dei medici. In India e precisamente a Mumbai si sta combattendo una vera e propria emergenza sanitaria. Un virus della tubercolosi riscontrato in alcuni ospedali infatti sta letteralmente mandando in crisi i gruppi di ricerca in quanto il virus resiste ad ogni tipo di farmaco!

Fino ad oggi i casi di "super-tbc" sono una ventina, ma a causa dell'elevata contagiosità i pazienti sono stati messi in isolamento. Il virus infatti, come riportato dalla rivista New Scientist ha causato già 3 morti. A dirlo è Zarir Udwadia dell'Hinduja National Hospital and Medical Research Centre di Mumbai.

Poiché la città è densamente popolata, i medici non solo stanno cercando di curare i malati di TBC ma stanno anche cercando di ricostruire l'origine del contagio per capire da dove parte il virus. per adesso non si ha alcun risultato e la TBC si sta estendendo a macchia d'olio. Sono intervenuti gruppi di ricerca in tutto il mondo ed ai pazienti sono stati somministrati anche farmaci prodotti da aziende farmaceutiche occidentali ma senza risultato. Il problema è che il virus resiste a tutti i tipi di farmaci oggi in commercio.

Una situazione di grande allarme che non è sfuggita all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sta sorvegliando costantemente il caso dell'epidemia di Mumbai.
"Serve infatti un programma di lavoro comunitario per fronteggiare quella che potrebbe essere un'epidemia di dimensioni spropositate", affermano i responsabili di gruppi di ricerca che collaborano per l'OMS. Per il momento è importante non abbandonare la guardia.

venerdì 3 febbraio 2012

Liquirizia: razionala in base all'età

La FDA ha dispensato recentemente alcuni consigli in merito all'assunzione di liquirizia. Una pianta dai mille benefici e le mille virtù che è diventata protagonista dell'igegneria culinaria, ma bisogna fare molta attenzione a quanta bisogna mangiarne soprattutto in base all'età.

Solitamente le precauzioni sul cibo sono indipendenti dall'età perché le variazioni di pressione di colesterolo, diabete e quant'altro dipendono più che altro dalla presenza di alcune patologie cardiovascolari o sindromi metaboliche.

Con la liquirizia il rischio "pressione alta" è sempre in agguato. E allora? Quali sono le precauzioni da prendere?

Innanzi tutto non bisogna mangiarne una gran quantità in una sola volta. Questa è la prima regola perché con l'assorbimento dei nutrienti della liquirizia il ritmo cardiaco inizia a cambiare.

Non si tratta di un'aritmia consistente se si è in buona salute, ma con l'età il rischio è quello di andare in contro all'ipertensione. A questo punto potrebbero verificarsi alcuni sintomi: ritmo cardiaco irregolare o debolezza muscolare. In questo caso meglio smettere di mangiarne e contattare il medico. E' bene inoltre ricordare che la liquirizia può interagire con alcuni farmaci, erbe e integratori alimentari. Se si assumono farmaci o integratori meglio consultare un medico sulle possibili interazioni.


Questi consigli sono stati dispensati dalla FDA (Food & Drug Administration) agenzia governativa appartenente al dipartimento di Salute e Servizi Sociali del Governo Americano. Tuttavia si tratta di consigli validi per tutti perché secondo la maggior parte dei medici  la liquirizia nera contiene glicirrizina, il composto dolcificante derivato dalla radice di liquirizia che può causare l’abbassamento improvviso dei livelli di potassio nel corpo. Questo effetto può portare anomalie del ritmo cardiaco, ipertensione, edema (gonfiore), letargia e insufficienza cardiaca.
I medici sottolineano che basta interromperne il consumo per ritornale alla normalità e ristabilire i normali livelli di potassio.

Se dunque hai cominciato a soffrire d'ipertensione dopo la menopausa o l'andropausa, rivolgiti al medico per conoscere i rischi degli alimenti che assumi più di frequente.

Maria Melania Barone

lunedì 23 gennaio 2012

Ecomobilità: la prima autostrada ciclabile è tedesca

Tra i sistemi di trasporto ecosostenibili c'è sicuramente la bicicletta. In molti avevano pensato ad un'autostrada ciclabile a quanti avrebbero provato a realizzarla? In Germania lo hanno fatto ed il successo riscosso è davvero enorme.

Nel bel paese, le biciclette fanno pandan soprattutto nei borghi e nelle città antiche come Lucca, Ferrara o Assisi. Tutti amano andare in bicicletta ma nessuno investirebbe in un'autostrada per i veicoli a due ruote. Se infatti in Italia la Salerno-Reggio Calabria è ferma da decenni, nonostante i fondi stanziati e le inchieste in corso, in Germania non vedono l'ora di inaugurare la Radler B-1. Si tratta di un'autostrada "a pedali", che si estende su di una pianura di 60 km e largo cinque metri destinata alle biciclette. Altro che TAV, il futuro della Germania è veramente GREEN.

Se la Tav costa 14 miliardi per un prezzo medio di 2000 euro a Famiglia che serviranno ad arrivare a Parigi con 20 minuti in anticipo, in Germania preferiscono costruire autostrade dove si arriva decisamente in ritardo. L'unico guadagno è in termini di smog. Niente più inquinamento per gli spostamenti privati in bicicletta. L'autostrada è utile soprattutto a quelle persone che non effettuano spostamenti più lunghi dei 60 km.

La Radler B-1 avrà il merito di ridurre, secondo le stime il 60% delle emissioni in quanto collegherà le due città ipertrafficate della Ruhr, Dortmund e Duisburg. Saranno inoltre ridotte le code sulla A40 rinominata l'autostrada delle lumache a causa dell'intenso traffico.

venerdì 13 gennaio 2012

Cyclette: la regina delle macchine sportive

La Cyclette è sicuramente uno strumento efficace per chi vuole tenersi in forma, ma ha un altro beneficio: può essere usata in ogni momento.

Ci sono macchinari che sono molto più efficaci di una cyclette per modellare il proprio corpo e per bruciare grassi, questo è indiscutibile. Ma la cyclette ha un vantaggio che molte non hanno: è utile a tutti anche a chi non pratica sport e soprattutto può essere usata in qualsiasi momento.

Per capirne i benefici dobbiamo confrontarla con altri macchinari, ad esempio con un'ellittica. L'ellittica è un macchinario che coinvolge tutti i gruppi muscolari, è utile soprattutto a chi pratica molto sport perché aiuta a bruciare i grassi. La cyclette sicuramente aiuta a bruciare i grassi ma non come l'ellittica. Tuttavia se l'ellittica è una macchina che non può essere usata da persone cardiopatiche, la cyclette si presta bene anche per chi non può fare troppi sforzi. Basta andare piano, usare una resistenza minore.

Il secondo vantaggio è quello di spazio. Esistono delle cyclette ad esempio che non hanno il manubrio e sono ultra compatte. Alcune aziende infatti hanno adottato il metodo di introdurre una cyclette in ufficio in quanto recenti studi hanno dimostrato che l'attività fisica stimola la produzione di alcuni ormoni e rende molto più produttivi sul lavoro.

Per le case piccole inoltre esiste anche un tipo di cyclette che si piega e si ripone comodamente dietro ad una porta o all'interno di un piccolo sgabuzzino. Dunque si tratta di una macchina per tutti che aiuta a mantenerci in attività contrastando gli effetti dannosi di una vita sedentaria

Maria Melania Barone

lunedì 9 gennaio 2012

L'importanza delle buone abitudini

Perché è così necessario fare una costante analisi dei propri stili di vita? É così importante intervenire nelle piccole cose del quotidiano? Per alcuni esperti si, perché anche un lieve miglioramento può dare un enorme beneficio alla qualità della nostra vita e di chi ci circonda.

Quante volte ti sei svegliato tardi ed hai mandato a monte un appuntamento?
E quante volte preso dal nervosismo e dal mal di testa hai finito per trattare male chi ti stava accanto? Tutte queste piccole realtà del quotidiano, non devono passare inosservate come se fossero normali. É bene ricordare che nulla di ciò che provochi uno squilibrio è salutare ed è sempre il frutto di un problema che nasce da un'origine ben definita. Non sempre la causa di certi squilibri sociali o psico-fisici vanno ricondotti all'esterno, alla società o a chi vive con noi. Molto spesso la causa è proprio dentro di noi o, più precisamente, nei nostri stili di vita.

Siamo abituati infatti a sopportare con naturalezza alcune abitudini quotidiane come fumare, andare a letto tardi, mangiare nei fast food e via discorrendo. Ciascuna di queste azioni invece ha un'influenza su di noi che non si arresta al momento stesso in cui la compiamo ma va molto oltre ed interessa anche molti ambiti. Sono tantissime le donne in Italia che cercano di curare i mal di testa andando dall'oculista o dal dentista ad esempio e sono tantissime coloro che non cercano di curarlo ma assumono palliativi come gli antidolorifici. Recenti studi hanno dimostrato che il 40% dei fumatori ha riscontrato che la causa principale dei propri mal di testa è il fumo. Il fumo infatti è un vaso costrittore e influenza non solo la nostra salute, l'invecchiamento cellulare poiché contrasta l'eliminazione dei radicali liberi, ma influenza notevolmente anche la sfera sessuale.

Se dunque facessimo una somma generale di tutto questo ci accorgeremmo che solo l'abitudine di fumare trascina dietro di se: 

1) una cattiva igiene del sonno 35%;
2) una insoddisfacente vita sessuale come riscontrato nel 25% dei casi; 
3) notevoli problemi di mal di testa 40% dei casi.

Tra le cattive abitudini che tendiamo ad ignorare c'è prima di tutto il saltare la colazione. Un caffè veloce, un thè al limone è il tipo di colazione preferita dal 45% degli italiani. Ma come! Proprio noi "italiani", i patroni della buona cucina e della buona tavola? A quanto pare è proprio così. Non resta che da chiederci cosa questa piccola ingenua azione possa causare durante la giornata. Sicuramente i primi risvolti negativi si hanno a lavoro dove il calo di attenzione dovuto alla carenza di zuccheri può essere molto frequente. Ma un altro imprevisto disturbo è la fame improvvisa che ci coglio ad ora di pranzo dove possiamo mangiare troppo causando una sonnolenza che può renderci ancora più improduttivi sul lavoro. In ultima analisi saltare la colazione o fare dei pasti veloci seguendo cattive abitudini alimentari influenza non solo la nostre salute fisica ma anche quella psichica poiché il buonumore spesso dipende dal cibo che mangiamo.

La cattiva igiene del sonno invece non solo predispone a stress, ma causa, secondo una ricerca condotta da molti centri studi americana condotta un anno fa anche una bassa produzione di insulina che solitamente viene prodotta durante il sonno dalle cellule beta del pancreas e questo predispone al rischio di diabete.

Maria Melania Barone