L’eiaculazione ritardata rappresenta l’inibizione del riflesso eiaculatorio: pur mantenendo intatta la capacità erettiva ed integro il desiderio sessuale, l’individuo non è capace di eiaculare durante il coito. Il sintomo può essere anche più grave, laddove c’è un’incapacità di raggiungere l’orgasmo. Viene diagnosticata l’eiaculazione ritardata quando:
1. L’eiaculazione è comunque raggiungibile, ricorrendo a modalità erotiche quali la masturbazione;
2. L’uomo che soffre di eiaculazione ritardata, percepisce la costante sensazione che il riflesso eiaculatorio stia per realizzarsi da un momento all’altro.
Circa il 44% dei soggetti intervistati in una recente ricerca italiana ha affermato di soffrire di eiaculazione ritardata, ma il dato più interessante riguarda la notevole importanza del vissuto soggettivo di questi soggetti rispetto a quello soggettivo. Questo perché è molto difficile tentare di definire il tempo “giusto” entro il quale è possibile esperire l’orgasmo. La difficoltà di stabilire la norma di ciò che è sano o patologico nell’ambito della sessualità, pone maggiore importanza sul vissuto soggettivo del singolo o della coppia.
Secondo la psicoanalisi l’eiaculazione ritardata è un’espressione di paure inconsce di castrazione, laddove la vagina è vissuta come materna. In questo caso avviene un compromesso attraverso il sintomo nevrotico: ci si potrà permettere il rapporto sessuale e l’eventuale piacere, evitando la pericolosa eiaculazione. Ci possono essere comunque cause più superficiali quali l’ansia da prestazione, dove l’uomo sente di non essere all’altezza di un compito, oppure un problema relazionale di coppia con il sintomo che diventa uno strumento di lotta per il potere o l’espressione dell’ambivalenza del matrimonio. La terapia per l’eiaculazione ritardata è consigliata nel momento in cui si parte da una buona motivazione al cambiamento!