venerdì 28 ottobre 2011

Amore: pretendere tanto o accontentarsi di poco?

In amore la domanda che dobbiamo farci è "cosa vogliamo davvero". C'è chi dice che l'amore non esiste e chi invece è convinto che esiste solo in funzione di alcuni presupposti: il lavoro ad esempio. Ma ne siamo proprio convinti? O forse per essere felici basta davvero poco?

E' possibile vivere due cuori e una capanna?
La domanda se la pongono spesso ricercatori in tutto il mondo soprattutto oggi all'ombra della grande crisi economica. I casi di licenziamento e di cassa integrazione sono in aumento parallelamente al costante aumento della disoccupazione.

C'è chi dice che sia proprio per questo che il numero dei matrimoni in Italia sia in diminuzione. Ma è proprio vero?


Quattro anni fa una ricerca si focalizzò sull'importanza della nascita di un figlio sostenendo che questo serva sì ad unire la coppia ma solo nei casi in cui vi sia una convivenza di almeno 5 anni senza figli e una buona condizione economica. Ultimamente invece la Brigham Young University ha voluto riesplorare questo campo partendo da altre prospettive ed altri casi.

Per il Dottor Jason Carroll che ha condotto lo studio le persone che hanno una buona condizione economica o sono privilegiati dalla nascita sotto una buona stella ed in quel caso non hanno avuto la necessità di sperimentarsi in varie situazioni lavorative e di provare soddisfazione, oppure sono persone che per arrivare al successo hanno maturato una serie di ansie che non rendono felice il rapporto di coppia. In questo modo non si riesce ad equilibrare il binomio famiglia e lavoro.

Anche se i problemi economici possono intaccare la serenità di una coppia o di un'intera famiglia, solitamente la tendenza comune è quella di affrontare "insieme i problemi". Confidando nell'altro e nell'aiuto di entrambe le famiglie dei coniugi come avviene oggi giorno.


Dei matrimoni studiati, il 14% erano coppie di due non-materialisti e non benestanti. In circa l’11% delle coppie, la moglie era molto materialista, mentre il marito non lo era, in un altro 14%, il modello si invertiva con un marito materialista e una moglie non materialista. Il 20% delle coppie censite erano costituite da due coniugi materialisti. Il resto delle coppie era nel mezzo: né particolarmente materialista né eccessivamente distante dal denaro.
Risultato? In tutti casi, il materialismo è risultato dannoso per il matrimonio.

Maria Melania Barone

venerdì 21 ottobre 2011

Rughe da smartphone

Ultimamente studi in tutto il mondo stanno mettendo in luce gli effetti del cellulare sul nostro organismo.

Che il cellulare influisse sul nostro look lo sapevamo già, ma non certo perché si tratta dell'ultimo modello o perché il colore è abbinato alla nostra borsa e ai nostri accessori. Secondo un recente studio il troppo utilizzo di cellulare avrebbe la capacità di mandarci direttamente dal chirurgo.

Il rischio? Tante, tante rughe. Un risvolto estetico che certamente non attribuivamo al nostro smartphone. Ma come mai avviene questo?

Secondo Jean-Louis Sebagh, medico chirurgo anche di Cindy Crawford, dalla sua esperienza maturata in clinica i cellulari causerebbero moltissime rughe soprattutto fra le due sopracciglia. Il fatto che gli oggetti tecnologici potrebbero apportare problemi di vista è risaputo, ma è proprio questo non vederci bene che causa un corrugamento, una tensione nel nostro sguardo utile per la messa a fuoco e che è anche il diretto responsabile delle rughe intersopraccigliari.

Anche l’estetista inglese Nichola Joss conferma la teoria del Dott. Sebagh, sostenendo che in effetti nel suo studio sono aumentate sensibilmente le “pazienti” che lamentano rughe sul viso e che sono smartphone - dipendenti.
La Joss, però, a differenza del chirurgo, sostiene che potrebbero bastare dei massaggi fai da te mirati e praticati quotidianamente a far sparire questi inestetismi. I chirurghi invece optano per iniezioni di botox e acido ialuronico.
Quel che è certo è che il cellulare provoca non pochi problemi alla nostra salute e alla nostra estetica e dunque una soluzione sarebbe quella di limitarne l'utilizzo.

venerdì 14 ottobre 2011

La felicità è ereditaria

Esistono due tipi di felicità: l'eredità felice come la salute, il benessere ed il denaro e la felicità ereditaria. Un recente studio ha analizzato proprio quest'ultimo punto stabilendo che esiste un gene anche per la felicità.

Il gene della felicità esiste. Basta fare una mappatura del proprio DNA per sapere quanto effettivamente possiamo essere felici. Una notizia abbastanza strana quanto insolita, ma che rischia di rivoluzionare totalmente il mondo della psichiatria. La scoperta deriva da una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Human Genetics. Lo studio ha analizzato le componenti genetiche, psicologiche e gli stili di vita di ben 2500 persone diagnosticando la presenza o l'assenza di questo gene. Effettivamente coloro che erano in possesso del gene erano indubbiamente più felici. Ma non è tutto: se il gene viene ereditato da entrambi i genitori le probabilità di essere felici raddoppiano.

La notizia è stata confermata proprio da coloro che hanno presentato una doppia versione del gene al momento dell'analisi genetica. Il motivo è molto semplice: questo gene detto 5-HTT è coinvolto nel trasporto di serotonina che, come sappiamo, è responsabile della sensazione di benessere che proviamo. Ecco perché il 69% di coloro che sono in possesso di questi geni si dice soddisfatto.

Adesso però chi si sta disperando perché pensa che la propria vita vada a rotoli a causa dell'assenza di un gene si sbaglia di grosso. Ricordiamo che noi tutti siamo artefici del nostro destino e possiamo condizionare lo sviluppo degli eventi della nostra vita se li affrontiamo con tenacia e positività. Dopotutto il genoma umano è frutto di una grande evoluzione e ciò che vale per l'umanità nvale anche per una singola vita.

lunedì 10 ottobre 2011

Noni ti fidi degli uomini? Ecco perchè

La scienza ha dato la risposta a quella strana, genetica, quasi istintiva repulsione delle donne verso persone dell'altro sesso durante la fase ovulativa.

Anche tu sei affetta da depressione premestruale? Niente paura. E' assolutamente normale. Solitamente questa depressione, questo stato di malessere che ci rende solitarie, schive e a volte anche un pò apatiche è un bisogno istintivo di proteggersi.

Per i ricercatori infatti proprio in quel periodo la donna è più distaccata dall'uomo, spesso non si fida e non vuole avere rapporti sessuali. Un istinto scritto nel DNA. Lo studio che evidenzia questa realtà è targato Michigan State University ed è stato pubblicato su Psychological Science.

Non è semplicemente un'autodifesa rispetto ad una società che usa la donna come un oggetto appetitoso spesso vittima di aggressioni sessuali, ma anche una difesa istintiva che arriva nella fase di ovulazione. Esattamente come avviene nei gatti, la donna si difende e difende il proprio apparato riproduttivo da aggressioni selvagge.

Non è tutto. Per i ricercatori le donne sarebbero diffidenti anche verso gli uomini di etnia diversa: non si tratta di razzismo inconscio come hanno ipotizzato alcuni, ma del fatto che inconsciamente ciascun essere umano e, se vogliamo, ciascun animale tiene a voler affermare e difendere il proprio patrimonio genetico.

Per alcuni ricercatori a ciò si aggiunge il fatto che echeggia ancora nelle nostre menti il retaggio del passato di tutta la nostra storia evolutiva. I nostri avi infatti dovevano difendersi dagli invasori che spesso compivano razzie, saccheggi e violenze sessuali sulle donne dando origine ad una mescolanza di etnie.

martedì 4 ottobre 2011

La moda per tutte? Esiste davvero!

D'autunno anche l'alta moda guarda alle folle della femminilità più comune. Sulle passerelle, quest’anno, torna la donna femminile ma elegante, che abbina le gonne alle giacche maschili, ma ancor più importante è la scelta di proporre jeans avvitati, quelli che, per intenderci, annullano i rotoli di troppo e vanno bene anche alle donne con fianchi larghi.

Un mix di colori ma soprattutto di modelli sfilano sulle passerelle dell'alta moda, quella milanese e quella francese. Una donna acclamata che veste in modo elegante e sicuro creando una femminilità così pregna di sicurezza al punto dal rasentare il portamento maschile del sesso forte.

Come sempre la moda riflette la società e questo bisogno sempre crescente di ostentare forza e sicurezza per guadagnare terreno è stato abilmente interpretato da Cavalli e da Rosso: gonne eleganti, lunghe e sensuali che nascondo una femminilità riservata tutta da scoprire, abbinate a giacche scure, amate da tutte le donne. Sfila insomma la donna di tutti i giorni, anche taglia 44, pratica ma tutta da scoprire.

Per lei, l’intramontabile jeans si fa a zampa di elefante ma anche stretto alle caviglie, sempre abbinato al tacco, per conciliare praticità ad eleganza.