venerdì 23 marzo 2012

Lavoro: tre modi di esaurirsi

Secondo un recentissimo studio la modalità con cui si lavora influisce in gran parte nel proprio modo di stressarsi. Vediamo insieme le tre tipologie di stressati da lavoro.

Lavoro: croce e delizia del nostro paese. In Italia il 30 % dei giovani si stressa perché non lo trova ed il 55% dei lavoratori si stressa perché lavora. Ma come mai questa profonda contraddizione sociale? In realtà lo stress da lavoro è un disturbo molto diffuso che però può cogliere tre tipologie di vittime.

Un'indagine dello spagnolo Aragon Institute of Health Sciences dimostra che esistono tre diversi tipi di stressati. Lo studio è stato condotto attraverso la raccolta dei dati su ben 400 impiegati dell'Università di di Saragozza e pubblicati sulla rivista BMC Psychiatry. Sulla base di queste analisi è stato stabilito che gli stressati sono di tre tipi:

a) i frenetici: sono quelli instancabili che lavorano 40 ore invece di 35 a settimana, che spesso fanno anche un secondo lavoro e che sono seriamente a rischio di andare incontro all'esaurimento nervoso. Il rischio è stato stimato di circa 6 volte in più rispetto agli altri lavoratori.

b) i consumati sono invece quelle persone che per più di 16 anni hanno fatto lo stesso lavoro.  Un'abitudine che stanca secondo i medici, ma che fa invidia ai disoccupati. Per i medici anche solo cambiare l'ambiente lavorativo aiuta a sopportare lo stress. Questa tipologia di lavoratori crede inoltre che il loro lavoro non sia importante che non serva a granché e soffrondo dunque anche di scarsa autostima.

c) Gli esauriti invece sono coloro che sono profondamente annoiati dal loro lavoro a causa delle basse mansioni che gli sono affidate. Questi soggetti sono chiamati "sottoutilizzati". Questi sono soggetti che andrebbero stimolati con premi di carriera.

Inoltre le persone che hanno studiato troppo spesso vanno in esaurimento perché vorrebbero che gli sia riconosciuto il loro valore, chi ha studiato poco invece si sente spesso inadeguato per ogni mansione che gli viene affidata.

Certo è che per aumentare la produttività dei nostri lavoratori, bisognerebbe pensare ad un modo che elimini lo stress da lavoro ad esempio facendo un'accurata selezione per ogni mansione premiando la meritocrazia a scapito del nepotismo.

Maria Melania Barone

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